L’assenza del certificato di rispondenza dell’impianto elettrico rappresenta, sia in caso di acquisto che di vendita e affitto, un rischio significativo in termini di sicurezza. Si tratta, in effetti, di una problematica che riguarda tutti gli impianti tecnologici installati nell’abitazione.
Come ottenere il certificato di rispondenza dell’impianto elettrico? Può essere richiesta e redatta da un tecnico specializzato e abilitato. Nella prima parte della dichiarazione vengono riportati i dati del tecnico e quelli relativi alla ditta presso cui lavora. Azienda che deve, a sua volta, essere abilitata nel settore impiantistico in oggetto.
Per gli impianti elettrici, nello specifico, oltre all’indirizzo dei locali dove sono posti, deve essere riportata la potenza elettrica coinvolta. Nel caso sia superiore a 6 kW, il tecnico deve essere un professionista iscritto al relativo albo professionale.
Sull’impianto vanno eseguire una serie di prove sia visive che strumentali. Quelle visive sono volte ad accertare la presenza dei dispositivi di sezionamento e di protezioni da sovracorrenti, oltre alla presenza di dispositivi di protezione dai contatti diretti ed indiretti e la presenza di un dispositivo di protezione differenziale.
Mentre le prove strumentali vanno ad appurare le funzionalità degli stessi dispositivi, in particolare sulla capacità di intervento della protezione differenziale. Vi possono essere ulteriore prove nel caso di impianti realizzati dal 13.03.1990 al 27.03.2008.
Quanto alle prove ulteriori figurano le scelte dei conduttori elettrici, per capacità di portata di corrente elettrica e caduta di tensione tra punti collegati, l’integrità di conduttori di protezione, resistenza di isolamento per i conduttori di fase neutro e protezione, e altre prove ancora.