Nell’ultimo decennio i consumi correlati all’edilizia hanno costituito circa il 53% dei consumi elettrici e il 35% nel complesso delle risorse energetiche. Si tratta del fattore di maggiore crescita in Italia. Intervenire sul settore edilizio è quindi indispensabile, se si intende invertire questa tendenza e ridurre le emissioni di CO2.
Dalle associazioni ambientaliste arriva la richiesta di esigere la classe A obbligatoria nei nuovi edifici. In effetti le tecniche adottabili e lo sviluppo tecnologico rendono, oggi, la strada del risparmio energetico assai più percorribile che nel passato.
Una classe A obbligatoria nei nuovi edifici è possibile grazie al contributo di pannelli solari terminci e/o fotovoltaici, pompe di calore geotermiche o altri impianti che attingano da fonti rinnovabili. Nel complesso i risultati arrivano, in condizioni ottimali, ad azzerare i consumi energetici.
Secondo i calcoli proposti da Legambiente, nella costruzione di una nuova struttura l’incidenza dettata dalla progettazione in classe A corrisponderebbe a un fattore compreso tra il 5% e il 10%. Una spesa da computare come tale sono nella fase iniziale, visto che con il tempo può trasformarsi invece in una forma di guadagno, rispetto ai costi che intervengono in un’abitazione con classe energetica inferiore.
Piuttosto che perdersi nei rivoli di mille normative regionali o comunali, servirebbe, da parte del Governo, una direttiva nazionale per guidare l’innovazione e fornire un road map a progettisti, costruttori e tecnici. Coerentemente con gli impegni assunti a livello europeo per il 2020.