La ricerca scientifica è quell’aspetto della vita del nostro pianeta di cui troppo spesso non ci rendiamo conto e che pure rappresenta il vero motore dell’innovazione, la benzina della modernità, della salute e anche, soprattutto negli ultimi 40 anni, del rispetto dell’ambiente nel quale viviamo.
Senza la ricerca scientifica e la sperimentazione che naturalmente ne consegue, le automobili elettriche, i motori ad idrogeno, le plastiche biodegradabili e tutto quello che può venirvi in mente non esisterebbe.
Senza la ricerca non ci saremmo mai allontanati dalle grotte e non saremmo oggi in grado di costruire delle case biocompatibili a ridotto consumo energetico e a bassissima immissione di contaminanti in ambiente. Il banco di prova per questo tipo di edilizia non può però essere soltanto la campagna o la città che normalmente tutti frequentano: così come nello sviluppo delle automobili è la Formula 1 il banco di prova delle tecnologia che tutti noi ritroviamo poi nelle nostre auto, sono i rifugi ecosostenibili ad essere il test probante delle nuove tecniche costruttive.
L’ambiente di alta montagna nel quale sorgono i rifugi ecosostenibili costituisce infatti un perfetto ambiente nel quale testare nuovi materiali isolanti, tecniche costruttive a minore impatto ambientale e sistemi di gestione delle acque e del calore sempre più performanti.
La diffusione sempre più ampia dei rifugi ecosostenibili consente dunque da un lato di salvaguardare al massimo l’ambiente montano nel quale si localizzano tali strutture e dall’altro di garantire la possibilità di testare al meglio i materiali e le tecniche che verranno presto adottate anche nei centri cittadini di pianura.