Le linee guida per la Certificazione Energetica contengono tutti i punti salienti delle tecniche e delle metodologie di calcolo per l’attestato di certificazione energetice per edifici residenziali e non.
Il 26 Giugno 2009 vengono emanate le linee guida per l’ACE cha hanno posto fine al periodo in quale era in vigore l’Attestato di Qualificazione Energetica.
Gli Attestati di Certificazione Energetica durano fino ad un massimo 10 anni e possono decadere nel caso in cui non vengano effettuati i regolari controlli di efficienza energetica sugli impianti.
Il decreto del 3 marzo 2011, che aveva come oggetto le fonti rinnovabili, conteneva anche alcune norme che riguardavano la certificazione energetica degli edifici per quel che riguarda la compravendita e l’affitto.
Ma prima di addentrarsi nei commi del provvedimento legislativo è bene chiarire cosa si intende per certificazione energetica e chi può redigere tale documentazione.
L’Unione Europea, allo scopo di improntare le politiche energetiche comunitarie al risparmio energetico e all’utilizzo di fonti rinnovabili, ha stabilito che è necessario classificare tutti gli edifici in base alla loro efficienza dal punto di vista del consumo di energia e quindi apportare le dovute modifiche affinché si possa giungere a ottenere un risparmio, ridurre le emissioni in atmosfera di CO2 e introdurre nuove metodologie progettuali basate sullo sfruttamento delle fonti rinnovabili.
Si sono quindi individuate sette classi nelle quali vanno posti gli edifici dopo aver analizzato con cura quanto una casa sprechi o sia in grado di risparmiare per il riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, ecc.
Per riuscire a trovare la classe energetica di appartenenza bisogna tenere conto di diversi fattori, come la presenza o meno di pannelli isolanti o di materiali coibentati , la qualità degli infissi, il tipo di riscaldamento utilizzato, lo stato degli impianti, ecc.
Dopo aver preso nota di tutti questi dati si effettuano calcoli basati su specifiche tabelle e si è in grado di stabilire quanto combustibile viene consumato annualmente per ogni metro quadrato di superficie da riscaldare e in base a ciò all’edificio viene assegnata una certa classe contrassegnata da una lettera dell’alfabeto dalla A alla G.
La prima è quella più virtuosa che consente di consumare solo 30 kWh per ogni metro, mentre l’ultima abbisogna di oltre 160 kWh per metro e si rivela un’abitazione veramente dispendiosa.
La certificazione energetica, la cui validità è di dieci anni, deve essere redatta da professionisti specializzati che devono attenersi alle linee guida emanate per legge nel 2009. Tale attestazione dà importanti indicazioni circa l’economicità e la convenienza di acquistare o affittare un dato immobile e contribuisce anche a innalzarne o a diminuirne il valore di mercato.
Per un lungo periodo la certificazione energetica in Italia è stata una documentazione facoltativa per la cui redazione ci si affidava anche a personale piuttosto impreparato che non era in grado valutare appieno i pregi e i difetti degli immobili, con il risultato che la maggior parte degli edifici sottoposti a esame venivano assegnati a una classe migliore forse anche perché nel nostro paese sono ben poche le abitazioni ad alta efficienza.
Ora però la situazione sta radicalmente mutando in virtù anche delle norme introdotte a partire dal 2009, norme integrate in seguito dal decreto del 2011 che prevedono come un obbligo la presenza di tale certificato in tutte le transazioni che riguardano contratti di compravendita e di locazione di immobili.
Già tre anni fa veniva sancito che per il rogito di un immobile occorresse la certificazione energetica, ma è stato solo dopo l’approvazione del Dlgs del marzo 2011 che è divenuta obbligatoria, inoltre gli edifici certificati devono esporre sulla facciata l’apposita targhetta che ne attesta la classe.
L’art. 6 della suddetta normativa stabilisce che a partire dal 1° gennaio 2012 che nei contratti di affitto, acquisto e/o vendita venga apposta una clausola in cui il locatario o il nuovo proprietario deve dichiarare di aver ricevuto dall’altro contraente tutta la documentazione inerente la certificazione energetica dell’immobile.
Oltre a ciò, è ora fatto obbligo negli annunci commerciali di vendite immobiliari l’indicazione della classe energetica di appartenenza dell’edificio.
Per il proprietario è molto importante conoscere l’efficienza dell’abitazione, infatti può essere invogliato a intraprendere dei lavori di ristrutturazione che la migliorino per incrementare il valore stesso dell’immobile e in questo modo contribuirà a mettere in pratica la politica ambientale che è il principale obiettivo di tutta la legislazione in materia.
Anche il futuro acquirente e/o locatario ha tutto l’interesse a conoscere la classe energetica di appartenenza dell’immobile che si appresta a comprare e/o affittare.
Può infatti rendersi conto di quali saranno le spese a cui va incontro per il riscaldamento dell’abitazione e chiedere uno sconto sul prezzo di vendita o di locazione qualora sia attestata una scarsa efficienza della casa. Se invece la classe a cui appartiene l’edificio fosse una delle più alte la stipula di un contratto verrà considerata conveniente anche di fronte a un costo di acquisto o di affitto più alto della media.