Che cos’è il certificato di abitabilità? Si tratta di un documento relativo a qualunque bene immobile destinato ad uso abitativo. È rilasciato dal comune in cui è posto l’immobile e certifica lo stato di sicurezza, igiene e salubrità dell’edificio nonché degli impianti al suo interno installati. Sostituisce la precedente distinzione tra “certificato di abitabilità” ad uso di abitazione e il “certificato di agibilità” per immobili destinati ad altro uso.
Per il rilascio del certificato di abitabilità vengono condotte un insieme di verifiche. Dalla statica dell’edificio alla distribuzione dei vani, dalla consistenza, dislocamento e funzionalità degli impianti essenziali al vaglio delle volumetrie.
Se sulla struttura vengono anche solo eseguiti interventi parziali di ricostruzione o sopraelevazione, o interventi che comunque possono influire sulle condizioni originarie, ne è richiesto il rinnovo. Se non si presenta domanda di rilascio entro 15 giorni dal completamento dei lavori scatta una sanzione amministrativa.
Il certificato di abitabilità ha pertinenza anche in relazione ai diritti legati all’immobile, in particolare nel caso di vendita. Possono prodursi conseguenze civilistiche rilevanti. Dal punto di vista giurisprudenziale, infatti, il certificato risulta elemento essenziale dell’abitazione.
Oltre alle condizioni igieniche, di sicurezza e salubrità, fanno parte del concetto di agibilità anche il grado di risparmio energetico dell’abitazione e degli impianti installati. La sua richiesta è a carico del soggetto che ha acquisito il permesso di costruzione o colui che ha presentato la denuncia di inizio attività.