L’Europa riuscirà a centrare gli obiettivi sulla riduzione delle emissioni e sul risparmio energetico? A metter in forse il target è lo stesso Parlamento Europeo che evidenzia le carenze dei programmi relativi agli impegni sottoscritti dai Paesi membri.
In occasione del termine del sesto piano di scadenze ambientali (EAP), la cui attuazione era prevista entro il prossimo luglio, i parlamentari hanno registrato una compromissione della sua applicazione “nei settori del controllo dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del trattamento delle acque reflue, dei rifiuti e della salvaguardia della natura”.
La risoluzione dei deputati esorta la Commissione Europea ad elaborare entro la fine dell’anno un nuovo programma che possa portare a termine quanto previsto dall’EAP. Fornendo nei prossimi 10 anni un cornice d’intervento comune sul fronte del miglioramento della normativa ambientale
L’attuali programma, infatti, risale al 2001. Al centro di polemiche internazionali, ha visto il coinvolgimento avverso di potenze al di fuori di confini europei, come Stati Uniti, Cina e India. Soprattutto per quanto attiene al sistema dei certificati ETS sulle emissioni nell’atmosfera.
Forse anche per questo, i deputati hanno invitato la Commissione a institure una componente internazionale più marcata all’interno del prossimo programma. Così da promuove una green economy su scala planetaria, in vista del summit ONU Rio +20, in calendario nel mese di giugno.
Un obiettivo ambizioso quello dell’Ue, ma potrà realizzarsi senza una partecipazione attiva delle più importanti potenze economiche mondiali?